Informazione e architettura. Comunicazione Marsupiale, Il problema del significato

Le opere del movimento moderno, traendo la loro etica e la loro estetica dal mondo industriale,  non potrebbero mai ammettere una loro parte “superflua”, cioè non legata direttamente ad uno scopo preciso e ben individuabile. Le opere della rivoluzione informatica fanno invece largo uso di queste parti: la copertura del Guggenheim di Bilbao ne è un chiaro esempio me ce ne potrebbero essere molti altri (macchina celibe?), quindi lo scarto dalle architetture precendenti non si compie solo attraerso l’uso di forme nuove ma anche nel rifiuto del puro funzionalismo. Tuttavia questo non deve trarre in inganno: la copertura del museo non è un’opera inutile , quello che non produce in termini materiali misurabili – potremmo dire oggettivi – viene prodotto in termini immateriali – soggettivi- . L’architettura, ma non solo essa, non ha più come fine il semplice soddisfacimento dei bisogni ma anche quello di suscitare il desiderio e per fare questo non può che passare da un linguaggio legato al mondo materiale della macchina  ad un linguaggio legato al mondo immateriale dell’informazione, avicinandosi in questo modo al campo della pubblicità, è innegabile che opere come il Guggenheim di Bilbao o la Sydney Opera House possano essere studiate anche come operazioni di marketing.

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